Le realtà della Parrocchia San Giovanni Bosco

Parrocchia dal 1957

1.  Centro d’ascolto 
Il suo ‘obiettivo’ è la promozione della persona, col massimo rispetto per i tempi di ciascuno, puntando anzitutto ad un ricupero dell’autostima di chi chiede aiuto, senza risolvere i problemi al posto suo ma cercando di farlo ‘con’ lui. Si accoglie quindi non “un problema” ma luna personal, con la 
quale si tenta di instaurare un rapporto umano sincero, mettendosi al suo fianco. 
Il “centro” è dotato di figure professionali di varia competenza, affinché ogni intervento risulti serio e possibilmente risolutivo. 

2. Conferenza di S.Vincenzo 
Opera nella Parrocchia da prima della sua nascita (1942). Per evitare doppioni e spreco di energie, si impegna a lavorare in stretto contatto con le altre realtà caritative della Parrocchia . Si rivolge a stranieri, ex carcerati, donne sole con figli, tossicodipendenti, portatori di handicap, alcolisti, persone con problemi di lavoro o di malattia. 
Interviene attraverso aiuti economici e seguendo le famiglie con visite domiciliari . 
Cura pure il ‘Banco Alimentare’ settimanale, erogando agli assistiti (ogni 15 o 30 giorni) un ‘pacco-viveri’, con attenzione anche ad altre necessità che possano eventualmente emergere, e che, all’occorrenza, si impegnano a notificare agli altri organismi competenti. 
È stato recentemente attivato un ‘servizio’ di ricerca lavoro. 

3. Gruppo Missionario

È nato nel 1984, per iniziativa di alcune mamme, con l’intento di sostenere finanziariamente un missionario salesiano, per anni incaricato dell’oratorio, Don Serafino Chiesa. Oggi viene portato avanti da alcuni giovani dell’oratorio che partiti in missione, vogliono mantenere vivo lo spirito missionario.

4. Famiglie Don Bosco

Il primo nato dell’Agnelli  

L’Unione padri di famiglia è il primo gruppo che nasce insieme all’opera salesiana dell’Agnelli nel novembre del ’41, sotto lo slancio, lo zelo e l’amore dell’indimen-ticabile Don Biancotti.
Primo presidente è Luigi Moncalero; seguiranno negli anni Antonio Bisio, Eustachio Vasco e Giovanni Roccatto, per fermarci a quelli che già sono stati chiamati alla vita eterna.
Agli inizi gli iscritti sono solamente una quarantina, ma diventeranno molto presto più di un centinaio. Mettono per iscritto il loro programma che riportiamo alla lettera, come lo troviamo nella loro cronaca diligentemente redatta:

– S. Comunione una volta al mese

– Adunanza mensile il mercoledì successivo alla 1ª domenica.

-Catechismo una sera alla settimana.

-Aiutarsi fraternamente e “fare del bene”.

Sempre nella cronaca segue questa annotazione: “Il Senatore Agnelli invia il suo plauso e promette una sua visita”. Resteranno fedelissimi per anni a questo loro programma: numerosi al ritiro mensile e all’ora settimanale di catechismo (evidentemente per adulti!); uniti nelle numerose scampagnate in bici e nei pellegrinaggi in pullman nei santuari e negli Istituti Salesiani del Piemonte, della Liguria e della Lombardia.
Esplose subito in loro un grande amore per D. Bosco e per i suoi figli (allora numerosi all’Istituto: da 9 nel ’41 a 20 nel ’48, a 50 nel ’57 … fino a un massimo di 70 nel ’66).
Con questi salesiani collaborano nell’Oratorio per la formazione di “buoni cristiani e onesti cittadini” come sognava D. Bosco. Intrattengono sovente i giovani e gli adulti con simpatiche recite che la loro brillante filodrammatica prepara con entusiasmo nelle numerose serate di prove. Sono generosi nelle offerte per sostenere le spese oratoriane.
Nel ’57 con l’inizio delle attività parrocchiali diventano i primi veri collaboratori del parroco D. Calova, insieme al gruppo numerosissimo, più di 500 iscritti, delle cosiddette “patronesse”, dell’“Apostolato della preghiera” e dell’ “Azione Cattolica”. Tutte queste loro attività sono completate dal loro trovarsi insieme quasi tutti i giorni, scambiare due parole, giocare a carte, a bigliardo, leggere giornali, riviste, libri che hanno a disposizione in una loro bella e spaziosa sala. Sala che venne poi anche attrezzata con un bancone uso-bar, frigo, radio e televisione.
Ma tutta questa vitalità del gruppo iniziò a calare col tempo e in questi ultimi anni, mentre si allunga la lista dei soci defunti, si diradano le nuove iscrizioni.

5. Il Gruppo C.O.F. tra passato e presente

Il passato: C.O.F. – Comitato Organizzatore Feste 

Nasce oltre dieci anni fa, ai tempi di Don Michele Molinar allora Responsabile dell’Oratorio, da un gruppo di volontari (soli uomini) inserito nel contesto della Comunità Salesiana della Parrocchia S. Giovanni Bosco, con finalità di organizzazione e supporto operativo in occasioni di Feste Comunitarie o particolari, su richiesta di facenti parte della Comunità.
Si incontra mensilmente in una cena conviviale e nell’occasione programma le attività in funzione degli impegni che vengono richiesti, cercando di coordinarsi con eventuali altri Gruppi coinvolti e con i componenti della Comunità Salesiana.

Il presente: C.O.F. – Carità, Operosità, Fraternità.

Con il passare del tempo, il rafforzarsi dell’amicizia fra i suoi componenti, vecchi e nuovi, la familiarità e la confidenza, sente il bisogno di crescere e maturare interiormente nella Fede e nella Carità Cristiana, in consonanza con l’appartenenza ad una Comunità Salesiana e decide così di modificare il significato del proprio acronimo.
Non solo feste, pranzi e cene, ma incontri di preghiera, di riflessione e di confronto su temi come la Fede, la Morale Cristiana, la Carità, la Famiglia, il Matrimonio ecc. nonché la lettura ed il commento di Testi Sacri, del Vangelo, per meglio capire, se si vuole poi applicare.

6. I Salesiani Cooperatori

I Salesiani Cooperatori nascono dal profondo amore che Don Bosco nutriva per i discepoli di Cristo che, coscienti del valore impegnativo del proprio Battesimo, desideravano “associarsi” ai Salesiani e lavorare insieme con particolare dedizione alla gioventù.

Dunque i Cooperatori operano accanto ai Salesiani consacrati vivendo la stessa vocazione salesiana in tutti gli ambienti di vita cui sono chiamati: la famiglia, la scuola, il lavoro, la società e la Chiesa.
La recente definizione di “Salesiani Cooperatori” e non più “Cooperatori Salesiani” vuole sottolineare, appunto, la nostra appartenenza alla Famiglia Salesiana. Attraverso un’azione apostolica quotidiana vogliamo essere evangelizzatori che offrono al mondo e alla gioventù l’esperienza di una vita piena e felice, ricca di valori autentici ispirati dal messaggio evangelico.

Per questo la scelta del Salesiano Cooperatore si basa su un vero e proprio Progetto di Vita Apostolica: così, infatti, è stato rinnovato nei mesi scorsi il testo del Regolamento di Vita Apostolica dell’Associazione, delineando più precisamente in uno Statuto il profilo del Cooperatore e in un Regolamento gli ambiti operativi e concreti dell’azione Salesiana.

Ognuno di noi ha ricevuto la chiamata alla Promessa di Cooperatore in tempi e modi diversi ed è proprio questa eterogeneità che caratterizza il nostro gruppo.
Non mancano certo le difficoltà, in quanto la vita quotidiana ci può allontanare temporaneamente dalle iniziative apostoliche della nostra Chiesa, ma sicuramente non viene mai meno la fedeltà all’Associazione e alla Famiglia Salesiana e la responsabilità di una missione comune che ciascuno cerca di svolgere secondo le proprie competenze e possibilità.

7. Gruppo di preparazione al Matrimonio – CPM

L’Amore è la sintesi di due esistenze che ad un certo punto convergono e da due diventano una sola” (“Bottega dell’Orefice” G.Paolo II)

Già molti anni prima del ’78 esisteva nella nostra parrocchia uno dei due gruppi famiglia che, guidati dai diaconi Mario Mancini e Giuseppe Gasca, animava  degli incontri di riflessione sul matrimonio-Sacramento.
Nel ’78 alcuni giovani della comunità-oratorio già orientati verso un percorso progettuale di nuova famiglia, pregando insieme sul testo di Papa Gv. Paolo II “La Bottega dell’Orefice”, messo successivamente in scena come gruppo teatrale “Espressione ’76”, decisero di cominciare una formazione a vari livelli e competenze per creare un Gruppo di preparazione al matrimonio.

Da allora in poi il nostro gruppo si è dato una struttura di aderenza chiara e rigorosa alla Parola e ai documenti della Chiesa, arricchendosi di formatori di fede e consolidata esperienza.
Abbiamo collaborato insieme agli altri gruppi CPM della diocesi e condotto insieme incontri vicariali e di unità pastorale.
Nel tempo abbiamo adottato cambiamenti nell’articolazione delle giornate per rispondere alle esigenze dei tempi lavorativi delle coppie che incontriamo.
Il nostro servizio si svolge due volte l’anno, autunno e primavera a seconda dei bisogni delle varie parrocchie, secondo il criterio condiviso di offrire più o meno tutti i mesi la possibilità di un corso in sedi diverse.

Siamo un gruppo che con gioia accoglie chiunque sceglie di seguire Cristo sulla strada dell’Amore Coniugale. 

 8. Cori parrocchiali

“Chi canta prega due volte” (Sant’Agostino)

Un giorno non meglio precisato dell’inizio degli anni 90, un mio coetaneo, l’allora giovane sacerdote don Michele, decise di iniziare un’avventura formando un coro musicale che da lì a qualche tempo assunse il nome di “Awajo”; nome preso in prestito dal tessuto boliviano che in quella parte del mondo utilizzano in cento modi diversi e che il buon padre Serafino ci aveva fatto conoscere insieme alla sua comunità di Kami. 

Il coro ebbe subito un buon successo; cantò diverse volte nel nostro teatro e andò in giro per il Piemonte. Tra spuntini con panini al salame e dolci di ogni tipo che ci venivano offerti ad ogni rappresentazione canora, riuscì a coagulare un gruppo di giovani universitari ed altre persone della parrocchia e non, nel nome della bella musica. Poi arrivò don Adriano Manente, maestro di chiara fama, successivamente anche parroco, che portò il coro addirittura in trasferta ai confini dell’Italia, del Nord Est. Ma poi, ahimè, il coro Awajo si sciolse. 

Qualcuno emigrò, alcuni andarono a cantare in altri cortili, pochi restarono, ed il buon don Adriano ce la mise tutta per rifondare un coro che questa volta fu dedicato esclusivamente al servizio liturgico ed all’animazione delle Sante Messe: il coro parrocchiale. 

Oggi abbiamo ben tre cori formati da persone di buona volontà!

E ancora tra gli animatori e musici: Gabriele Guglielmi (flautista/organista), Lorenzo Dettoni (direttore di Coro) e alcune suore delle FMA che si sono prestate a darci una mano nel corso del nostro cammino, tra cui suor Benedetta e suor Placida. Un cammino che prosegue ancora oggi. 

Oggi la nostra parrocchia è animata da 3 cori che animano le S.Messe del sabato sera e della domenica mattina.             

9. GLI  SCOUTS

(Una convivenza oratoriana che dura dal 1945)

1945. – E’ appena finita la II guerra mondiale; l’incubo che ha oppresso gli uomini è finalmente svanito. Ora si pensa a ricostruire, non solo case e le officine, ma tutto ciò che costituiva la vita sociale. Tornano anche gli scouts dopo quasi 20 anni di forzato silenzio sotto il fascismo.
Anche all’Oratorio Agnelli, non ancora parrocchia, nasce un gruppo: il TO-17, per opera del vecchio scout Comollo e del sacerdote salesiano Don Vladislao.

Il 4 novembre, la prima squadriglia, pronuncia la promessa. Sarà un crescendo di iscritti, di attività, di campeggi, di capi, di assistenti che, per anni, darà all’Oratorio una propria caratteristica che sembrava, allora, non del tutto in sintonia con lo stile salesiano.
Non mancarono perciò le difficoltà per una serena convivenza e una sede fissa esclusiva. Ma si andrà avanti sempre con grande entusiasmo riuscendo ad appianare, volta per volta, le divergenze e i dissidi che ogni tanto rispuntavano.
Dal ’53, per un intero decennio, si vivrà un periodo d’oro sotto la guida dell’assistente Don Luigi Ghilardi salesiano: si arriverà a 177 iscritti.
Nel ’66 verrà celebrato solennemente il primo ventennio, che darà ancora maggior slancio e fermento alla vita di gruppo; si arriverà a 333 iscritti.
Dieci anni dopo, però, nel clima rivoluzionario sessantottino, si avrà un periodo travagliato tra i capi a causa di scelte socio-politiche non condivise da tutti.
Il gruppo si divise, e finì di sciogliersi: si chiuse l’epoca del glorioso TO-17 e sorsero due nuovi gruppi: il TO-34 che continuò all’Agnelli e il TO-68 che fissò la sede nella Parrocchia del Redentore.
Seguirono anni di faticosa ripresa mediante l’impegno di generosi e ottimi capi, aiutati da un eccezionale salesiano diventato loro assistente, Don Serafino Chiesa
Un altro momento critico (anni ’90), di organizzazione e di divergenze tra i capi, viene superato con la buona volontà di tutti e il persistente desiderio di non abbandonare i ragazzi, che partecipano con gioia ed entusiasmo alla vita scoutistica.   
Come si può intuire da questa breve sintesi dei 62 anni del gruppo scoutistico legato all’Oratorio, la convivenza non è sempre stata facile, ma si è normalmente riusciti a superare, ogni volta, gli ostacoli per “operare insieme” all’educazione integrale dei ragazzi.
Per questo anche oggi i genitori continuano a stimare e a ricercare il TO-34 dell’Agnelli, sicuri di fare una buona scelta per essere aiutati nella loro faticosa missione educativa.
Merito della buona salute che gode il nostro gruppo va anche ai giovani assistenti salesiani Don Fabrizio Gallarato, salesiano e professore all’Istituto Edoardo Agnelli dal 2007 al 2012, e poi Don Valter Rossi.
Ci auguriamo che il TO-34 abbia da continuare a gonfie vele la sua opera educativa in consonanza e collaborazione con la pastorale giovanile della nostra comunità.

Testimonianza del gruppo Scout della nostra Parrocchia

Gli anni sono passati per tutti, i nostri sogni e giochi di ragazzi si sono trasformati in realtà adulte, in impegni, in doveri.
I nostri giorni felici all’Oratorio, all’uscita, al campo, li ricordiamo ancora come se fossero appena ieri. Il segno che tutto ciò ci ha lasciato ci accompagna nella nostra vita; il gioco ci ha accomunati e se, come diceva Baden Powel, “la vita è un grande gioco che vale la pena vivere”, continuiamo a giocare come allora, ricordando la promessa di quel giorno lontano.
In ciascuno di noi  è sicuramente rimasta in fondo al cuore una piccola fiamma che non si spegne, una fiamma accesa molti anni fa, che si confonde nel volto dei nostri amici di un tempo, nel ricordo delle serate al campo davanti al fuoco di bivacco, nei nostri vecchi pantaloni corti, ma soprattutto nel nostro fazzoletto Bianco e Verde.
Non è facile spegnerla: ogni volta che pensiamo un po’ meno a noi stessi e un po’ di più agli altri, ne esce ravvivata. E’ la fiamma dello Scoutismo che solo chi l’ha vissuto può comprendere.
Sono passati 62 anni dal momento della fondazione del nostro Gruppo, fermiamoci un attimo per ricordare quei lunghi giorni della nostra infanzia, rivedendo i nostri vecchi amici, ricordando i nostri sogni, le nostre scelte, il nostro stile di vita. 

10. Le FMA, tra impegno educativo, amicizia e spiritualità.

(Una presenza sempre viva ed attiva nella Parrocchia S. Giovanni Bosco)

I bombardamenti avevano colpito la Chiesa, ed il tetto era caduto proprio sull’Altare; il Sig. Giuseppe Gasca era accorso per portare al sicuro il Santissimo. 
La famiglia Agnelli si prodigò per il restauro. Finalmente arrivò il giorno dell’inaugurazione; erano presenti don Giovanni Battista Biancotti e Giovanni Agnelli, tra i quali avvenne questo colloquio:

Giovanni Agnelli: Sarà contento, reverendo; ora la Chiesa è nuovamente agibile!
Don Biancotti: Quello che abbiamo fatto non basta…..
Giovanni Agnelli: Come, non basta? Cosa dobbiamo ancora fare?

(Il Sen. Agnelli aveva già fatto costruire le case per i dipendenti con annesso mercato coperto, la scuola professionale per i giovani, l’ambulatorio mutualistico per tutti i dipendenti e loro famigliari, il campo sportivo con relativa piscina, la Chiesa, ed ora…)

Don Biancotti: Abbiamo pensato solo ai ragazzi, ora bisogna pensare alle ragazze, “vanta pensè a le fumne!”

Grazie al suo “ardire”, si diede inizio all’acquisto del terreno e, successivamente, alla costruzione del Virginia Agnelli: asilo, scuola elementare e media, oratorio.
Bisogna tener conto di un altro fatto: le donne andavano a lavorare e non sapevano dove poter lasciare i loro figli, anche in tenera età.
Sino al ’51 si continuò a svolgere le attività oratoriale nelle due baracche in mezzo ai prati, sotto la materna e carismatica direzione di Suor Michelina Crosio.
Per la mentalità del tempo i sacerdoti si occupavano dei ragazzi e le suore delle ragazze.
Sul finire del 1956 e all’inizio del 1957, viene data l’agibilità del complesso denominato “Case Fiat” di C.so Giambone, composto di 12 torri (negli anni seguenti ne sorgeranno altre sei), di 39 nuclei familiari ciascuna. In maggior parte si trattava di giovani famiglie, ciascuna con diversi figli a carico.
La situazione strategica del complesso ha sempre reso difficile raggiungere l’Oratorio e la scuola perché delimitata da grandi vie di comunicazione (C.so Giovanni Agnelli, C.so Unione Sovietica, C.so Tazzoli, C.so Cosenza).
Le famiglie non mandavano volentieri i figli, perché correvano il pericolo dell’attraversamento dei corsi; le Suore andavano direttamente a prendere le bambine e le ragazze nei cortili delle Case Fiat e del Borgo Cina (le case popolari oltre il C.so Agnelli).

L’opera delle  FMA  in Parrocchia

Il primo Parroco don Giovanni Calova si avvale delle Suore per tutta la catechesi femminile. Il Catechismo era quello delle domande- risposte a memoria (venivano organizzate anche della gare di catechismo).

Tra le suore che hanno lavorato in oratorio ricordiamo: Sr. Teresa Murru, Sr. Cesarina, Sr. Paola Lazzeri, Sr. Giannina Lissandro, Sr. Franca Autino, Sr. Maria Teresa Leone, Sr. Simona Peira.

11. Gruppo teatrale

Il gruppo oratoriano IL TEATRO DELL’ORA si forma nell’autunno del 2000 con lo scopo di far rivivere un’attività teatrale nell’ambito dell’Oratorio, secondo lo spirito di divertimento salesiano. L’iniziativa si concretizza con l’incontro tra amici accomunati da trascorsi teatrali e “nuove leve” di appassionati.
I primi lavori rappresentati sono scenette (“Abbasso il frolloccone”, “Sfogatevi… e siate felici”) ed atti unici, quali “L’Orso” e “Proposta di matrimonio” di A. Cechov, “Pericolosamente” di E. De Filippo. Si prosegue, negli anni successivi, con le commedie “Dio salvi la Scozia” di N. Manzari, “Come si rapina una banca” di Samy Fayad ed una riduzione da “Drolarie” di F. Alarni. Nel 2005 viene rappresentata “Premiata Pasticceria Bellavista” di V. Salemme e, a dicembre 2006, “Sarto per signora” di G. Feydeau: ci incoraggia constatare che tutte le rappresentazioni sono accolte con simpatia e in un crescendo di presenze e di consenso di pubblico.
Il vostro apprezzamento ed il vostro divertimento saranno sempre la nostra ricompensa!

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